La natura della logica
Wittgenstein concordava con Russell nel credere che
lanalisi logica fosse uno dei principali compiti della
filosofia.
Le idee di Wittgenstein, però, erano su questo punto molto
diverse da quelle di Russell:
Russell, infatti:
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- tendeva ad identificare le verità logiche e matematiche
con le verità scientifiche unica distinzione: le
verità logiche si distinguono dalle generalizzazioni
empiriche solo per la loro superiore generalità (cfr. Principia,
vol. I, p. 93); "la logica ha a che fare con il
mondo reale quanto la zoologia, sebbene in termini più
astratti e generali" (Mathematical Philosophy,
Londra 1919, p.169).
-
- Riteneva che la principale ragione per accogliere o non
accogliere un certo programma logico ( per esempio la sua
riduzione della matematica alla logica) dovesse essere di
tipo "induttivo": la superiorità della
mia presentazione della logica, egli diceva, sta nel
fatto che essa ci pone in grado di dedurre la matematica
ordinaria (Principia, introduzione, par.2).
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- Utilizzava lanalisi logica allo scopo di reprimere
le fallacie filosofiche o di rendere espliciti i principi
della deduzione.
Per Wittgenstein, diversamente:
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- "[La filosofia] consta di logica e metafisica: la
prima è la sua base" (Notes on Logic, 93
(2) d). Per W. la logica è importante perché conduce
alla metafisica. Egli infatti pensava che riuscire a
capire con precisione che cose la logica
(l essenza della logica) voleva anche dire
comprendere se vi è un ordine del mondo e in cosa esso
consiste.
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- Wittgenstein aveva una concezione della logica come
unentità "sublime" (Investigations,
§89), armonica, autonoma, perfetta nella sua distanza
dalla imprecisione e dalla incertezza della conoscenza
empirica; un mondo di verità a priori, dove tutta
una sfera di problemi trova le sue definitive risposte,
simmetricamente organizzato in una struttura chiusa e
regolare come quella del "più puro cristallo"
(Investigations, § 97).