Marx: Hegel sostituisce alla logica della cosa, la
cosa della logica.
Nel 1842-43 –
gli anni in cui studia la Filosofia del diritto di Hegel – Marx si propone
‹‹ di rimettere sui propri piedi il sistema hegeliano spiegando l’Idea di Stato
a partire dalla società borghese – unico termine concreto – invece di fare,
come Hegel, della società borghese un “Fenomeno dell’Idea”. Questo
rovesciamento contiene la critica dell’idealismo hegeliano che presenta il
sistema dello Stato completamente rovesciato. Il vero soggetto concreto, il
latore dei predicati è l’uomo sociale che appartiene a quella che Hegel
chiama società borghese, e il predicato di quest’uomo concreto è lo Stato che
Hegel, a torto, tramuta in soggetto come Idea. Così, in Hegel, l’Idea prodotta
di fatto dall’uomo sociale, appare come il soggetto autentico. Ecco, secondo un’espressione
di Marx, una “mistica che degenera in mistificazione”. Questa idea-soggetto che
pone se stessa e si “fenomenizza” nella società borghese, nel monarca
costituzionale, nella burocrazia, o nelle due camere, prende il posto degli
uomini che fanno la storia. Ridotta a se stessa e a sé sola, come idea della
logica, può spiegare la storia concreta solo attraverso una mistificazione.
Dunque, nella filosofia hegeliana del diritto esiste una giustapposizione tra
logica pura ed empirismo che Marx, ben a ragione, ha denunciato, sottolineando
i mutamenti di Hegel che passa dallo sviluppo dell’Idea pura, valido nella
Logica, a una realtà concreta che potrebbe essere tanto l’organismo nella vita
biologica, come la costituzione sul piano della vita politica. Tutt’al più
Hegel riesce a provare che lo Stato deve essere un organismo, ma quando poi
pretende di mostrare qual tipo di organismo debba essere, che forma concreta
debba assumere, introduce un contenuto estraneo, e per questo non pensa
veramente il contenuto, ma lo giustappone all’idea logica di cui ripete
monotonamente lo schema. Secondo una bella formula di Marx, Hegel sostituisce “alla
logica della cosa, la cosa della logica”. Invece di lasciarsi guidare, come fa
spesso nella Fenomenologia, dalla dialettica dell’esperienza che accetta
ogni concorso del reale e ne segue gli sviluppi concreti, Hegel è vittima di una
formalizzazione del pensiero speculativo. Per una strana ironia della sorte,
cade nello stesso errore che rimprovera a Schelling nella Prefazione
alla Fenomenologia . Non ha potuto pensare effettivamente il contenuto e
si è limitato a farlo rientrare in uno schema preformato››. Hegel porta sempre
un contenuto al “mulino delle idee”. D’altra parte, si tratta di un contenuto
singolarmente ricco. ‹‹ Non dobbiamo criticare Hegel “perché egli descrive l’essere
dello Stato moderno tale qual è”, bisogna però criticarlo quando “spaccia ciò
che è come l’essenza dello Stato”. Che il razionale sia reale, “ciò è
precisamente in contraddizione con la realtà irrazionale che dovunque è il
contrario di quel che esprime ed esprime il contrario di quel che è”. Questa è la
mistificazione hegeliana, tanto nella forma (idealismo speculativo), che nel
contenuto (la situazione storica particolare invece di essere assunta ne suo
squilibrio essenziale, viene cristallizzata)››
Jean Hyppolite, Ėtudes sur Marx et Hegel, Paris, trad. it. di S.T. Regazzola, Milano 1965, p.132 e sgg.
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