Come si differenzia una sostanza dalla somma dei suoi predicati ?

‹‹ [ … ] Può essere opportuno chiedersi come, nell’opinione di Leibniz, una sostanza si differenzi dalla somma dei suoi predicati. Ridurre la monade a una semplice successione causale, avrebbe significato identificarla con la somma dei suoi predicati. Essa avrebbe avuto, allora, un’unità puramente formale; non vi sarebbe stato un soggetto attuale, lo stesso in tutti i punti del tempo, ma solo una successione di termini perpetuamente nuovi, Sarebbero ancora esistite delle sostanze semplici, nel senso delle successioni causali indipendenti, ma non vi sarebbe stata alcuna ragione di considerare l’anima come una di quelle sostanze semplici, o di negare l’interazione causale tra i miei stati e gli altri esistenti. Al contrario, è proprio perché a Leibniz L’Io sembrava essere evidentemente un soggetto, che i suoi vari stati furono considerati come costituenti di una serie causale indipendente. Non si deve dire, dunque, come spesso si fa erroneamente, che Leibniz identificò la sostanza e l’attività; l’attività è l’essenza delle sostanze, ma le sostanze stesse non sono essenze, bensì i soggetti delle essenze e degli altri predicati[1]. Per Leibniz, dunque, una sostanza non è identica alla somma dei suoi stati; al contrario, tali stati non possono esistere senza una sostanza in cui inerire. La ragione che spinge ad assumere la sostanza (è questo un punto molto importante) è puramente ed esclusivamente logica. Ciò di cui si occupa la scienza sono gli stati delle sostanze, e solo questi possono essere dati nell’esperienza. Si suppone che essi siano degli stati di sostanze perché si ritiene che abbiano la natura logica dei predicati, e pertanto richiedono dei soggetti dei quali possono essere i predicati. L’intera teoria dipende, in tutto e per tutto, da questo dogma puramente logico. [ … Il principio degli indiscernibili, d’altronde, sembra richiedere che una sostanza sia definita unicamente dai suoi predicati]. Se una sostanza è definita soltanto dai suoi predicati (cosa essenziale per il principio degli indiscernibili), sembrerebbe allora che essa coincide con la somma dei suoi predicati. In tal caso, dire che esiste una determinata sostanza è soltanto un modo conciso per dire che esistono tutti si suoi predicati. I predicati non ineriscono alla sostanza in un senso diverso da quello per cui le lettere ineriscono all’alfabeto. I giudizi logicamente anteriori sono quelli che asseriscono l’esistenza dei vari predicati, e la sostanza non è più qualcosa di distinto da essi, che essi determinano, ma è semplicemente tutti quei predicati presi assieme. Ma questo non è ciò che intendeva Leibniz. La sostanza è una cosa singola, semplice e indivisibile, che permane attraverso il tempo: non coincide con la serie dei propri stati, ma ne è il soggetto. I tal caso, però, a rigor di termini, una sostanza non è definita dai suoi predicati [ … ] essa non può essere definita affatto. Definire è indicare il significato; ma una sostanza, per sua intrinseca natura, ne è priva, dal momento che soltanto i predicati le danno un significato. [ … ] O la sostanza è del tutto priva di significato, e in tal caso non può essere distinta da alcun altra sostanza, oppure, semplicemente, coincide in tutto o in parte con le qualità che si suppone siano i suoi predicati.  ››

 

B. Russell, A Critical Exposition of the Philosophy of Leibniz (1900), cap. IV, § 21 e cap. V, § 25, trad.it. di R. Cordeschi, Roma 1972.

 

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[1]  Scrive Leibniz: ‹‹Quanto a me, per quel che credo di aver capito della nozione di azione, ritengo xche il dogma filosofico più accettato, cioè che le azioni appartengono ai soggetti (esse suppositorum), deriva da essa e si verifica con essa; penso inoltre che questo principio è così vero da essere anche reciproco, cosicché non solo è vero che qualsiasi cosa che agisce è una sostanza distinta, ma anche che ogni sostanza distinta agisce senza sosta››. Da questo passo risulta con chiarezza che la sostanza è concepita come un soggetto permanente, cosicché l’asserzione dell’attività ha un senso, e non è una semplice tautologia.