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"[ … ] Dal momento che Hegel intende le singole filosofie come commenti alla logica o come i suoi momenti essenziali, e tuttavia da superare, sottomette certo la storia della filosofia ad una sistemazione rigorosa. La supposizione è infatti che la storia sia stata in ognuno dei suoi momenti almeno implicitamente cosciente del telos stabilito. Ne risultano giudizi errati, gravi di conseguenze, che scavalcano il fatto singolo come scavalcassero cadaveri, interpretandolo esclusivamente alla luce della propria idea e della scia luminosa che essa traccia nella storia. Ciò che alla fine si impone nell'estraneo è solamente il proprio; l'estraneo non ha neppure la possibilità di agire in senso correttivo o euristico". (cit. p. 181; nel cap. intitolato Hegel e Proclo.)
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