fatto amplificare quella da lui concepita. Ma, per dire qualcosa di più, senza lusingarci, noi stessi che tante volte abbiamo contemplato il sole, tante volte misurato il suo diametro apparente, tante volte ragionato sul suo vero diametro, abbiamo forse un'idea o un'immagine del sole diversa da quella volgare? La ragione ci mostra, in verità, che il sole è cento sessanta e tante volte più grande della terra, ma abbiamo noi perciò l'idea di un corpo sì vasto e sì esteso? Noi ingrandiamo, sì, quella che abbiamo ricevuto dai sensi per quanto ci è possibile; il nostro spirito si sforza di accrescerla per quanto è in lui; ma, in fin dei conti, il nostro spirito si confonde e non si riempie che di tenebre; e se vogliamo avere un pensiero distinto del sole, bisogna che ricorriamo all'idea che abbiamo ricevuta per mezzo dei sensi. Basta che crediamo che il sole è molto più grande di quel che ci appare, e che, se il nostro occhio gli fosse più vicino, ne riceverebbe un'idea molto più ampia e più estesa".

"Quello che voi aggiungete delle due idee del sole non prova nulla; ma quando le prendete tutte e due per una sola, perché si riferiscono allo stesso sole, è lo stesso che se diceste che il vero e il falso non differiscono quando son detti di una stessa cosa; e quando negate che debba chiamarsi con il nome di idea quella che inferiamo dalle ragioni dell'astronomia, voi restringete il nome di idea alle sole immagini dipinte dalla fantasia, contro ciò ch'è stato da me esplicitamente stabilito".

Descartes, Risposta alle quinte obiezioni: Delle cose che sono state obiettate contro la terza Meditazione. (trad. Tilgher, in Opere, Laterza 1967, p. 531).